Si è chiusa la formazione degli Animatori Digitali delle province di Venezia, Padova, Treviso e Rovigo e si sta per concludere quella dei Team per l'Innovazione Digitale del Veneto. Uno degli eventi conclusivi, dedicato in particolare agli Animatori Digitali, è stato un significativo momento di incontro con una delle realtà di maggior spicco nel mondo dell'innovazione sia a livello veneto che a livello mondiale e cioè con H-Farm, l'incubatore d'impresa che come mission si propone di favorire "la nascita di progetti che semplifichino l’utilizzo degli strumenti e dei servizi digitali a persone e ad aziende, supportando queste ultime nella trasformazione dei loro processi in ottica digitale".
Nata nella campagna veneta in comune di Roncade, ma molto vicina a Portegrandi al limite della laguna di Venezia, H-Farm è profondamente immersa nel territorio ed al contempo connessa con il mondo.
Gli imprenditori di H-Farm, Riccardo Donadon, suo fondatore nel 2005, in testa dicono a proposito della loro "avventura": "Nasciamo all’interno di una storica tenuta agricola che si affaccia sulla laguna di Venezia e che da sempre guarda all’estero, con l’obiettivo di affermare e validare il proprio modello attraverso il confronto con i mercati globali. … Nel corso degli anni siamo cresciuti e abbiamo maturato una presenza internazionale, mantenendo però un indissolubile legame con il nostro territorio d’origine dove ha luogo la sede principale, cuore pulsante di tutto l’ecosistema. Gli oltre 550 ragazzi, che lavorano nelle diverse aziende immerse nel verde della Tenuta di Ca’ Tron, possono godere di un ambiente accogliente, in grado di favorire la contaminazione e la condivisione di conoscenza. … Cresciamo in un posto dove terra e acqua si incontrano e si fondono, dove l’orizzonte si perde a vista d’occhio. Sotto questo enorme cielo è iniziato il nostro sogno, qui viviamo e assistiamo a tanti cambiamenti di cui i protagonisti indiscussi sono i giovani. Loro sono il futuro, la nuova generazione di imprenditori che porterà nuovo valore alle imprese del nostro Paese.
Nel cuore di questo territorio, ci impegniamo ogni giorno a dar vita al nostro progetto più ambizioso: creare il Villaggio dell’innovazione applicata all’impresa. Le nuove realtà che nasceranno e cresceranno qui, avranno il compito di contaminarsi, dialogare con le aziende tradizionali, guidarle e renderle capaci di aprirsi all’innovazione e alle enormi opportunità che il digitale rappresenta.
In questi 11 anni, abbiamo lavorato in tanti a questo grande sogno. Abbiamo scelto di rimanere qui con la consapevolezza che la strada da percorrere sarebbe stata lunga e impegnativa. Scelta che dovevamo alle generazioni che ci hanno preceduto e che ci hanno lasciato una grande ricchezza, tutta da riscrivere. E ancora di più una scelta dettata da un forte senso di responsabilità verso i nostri figli. È per loro che abbiamo il dovere di provarci, ancora una volta.
Le cose belle vengono costruite se si sogna e noi non abbiamo mai smesso di farlo.
Insieme siamo destinati a fare cose straordinarie."
GALLERIA DI IMMAGINI DI H-FARM
In questa dicharazione possiamo leggere molto di quello che dovrebbe essere l'impegno anche degli Animatori Digitali e dei Team per l'Innovazione Digitale. Non è un caso che l'impegno di H-Farm non sia limitato al solo business, ma investa, in una visione olistica del digitale, tutta la realtà locale in connesione con quello che oggi è più che mai il villaggio globale.
H- Farm popone infatti una architettura per il digitale che recupera quella tradizionale, spesso abbandonata ed in degrado. La funzionalità e la flessibilità degli spazi, come promotori di relazioni e di creatività in condivisione, si sposa alla sostenibilità energetica, al basso impatto ambientale e visivo, ponendosi in continuità ed integrazione con i precedenti edifici agricoli. I progetti dell'incubatore di impresa sono attualmente in esposizione a LA Biennale – Architettura di Venezia nella sezione Taking Care, Progettare per il Bene Comune.
Ma H-Farm non si limita all'intervento architettonico, estende la sua visione e la sua azione alla pianificazione complessiva di un'ampia fetta di territorio lungo la sponda sinistra del fiume Sile, con attenzione globale alla dimensione agricola, all'impresa digitale, alla tutela e riprisitino del patrimonio rurale e degli ecosistemi. L'intevento si estende direttamente al sociale nel rapporto con la popolazione locale e la cura, nel settore H-Campus, non solo per la formazione dei professionisti, ma anche per l'educazione dei bambini e dei ragazzi attraverso una vera e propria scuola orientata al digitale.
In questo l'incubatore riprende momenti storici altamente significativi dell'innovazione italiana come ad esempio, per rimanere nel Veneto, quello ottocentesco dell'impresa tessile e della pianificazione industriale, urbanistica, territoriale e sociale di Schio (VI), dovuta al genio innovativo di Alessandro Rossi, e ancora oggi riconoscibile attraversando l'Alto Vicentino.
Il workshop ad H-Farm, segue la presentazione dell'incubatore che ha avuto luogo nel Seminario della Rete Scuola Digitale Veneta (Padova, ottobre 2016), ma è stato, comunque, solo un primo approccio a tale realtà. Altri momentI di studio e di collaborazione seguiranno e renderanno sempre più chiara la dimensione sistemica della figura degli Animatori Digitali, anche nel rapporto con i Team per l'Innovazione digitale. Preciseranno inoltre la profonda coerenza che le azioni delle nuove figure dovranno avere con i percorsi di formazione presenti nel territorio e il profondo impatto sociale che da esse si dovrà ricavare. Si tratta di un contesto che potrà alimentare il fondamentale dibattito sulle competenze digitali che si dovranno precisare non solo a livello scolastico, rispetto ai curricoli, ma anche a livello sociale in quanto in esse, ancora non ben definite si mescolano una componente tecnica, una componente cognitiva, ma anche una componente etica e di cittadinanza.
Dobbiamo dunque porci tutti con forte senso di responsabilità di fronte a tali temi, in un dibattito il più ampio possibile, forse a cominciare da un quesito di natura "filosofica": che cosa comporta passare dall'idea di progresso che ha animato il secolo scorso a quella di innovazione prepotetemente emersa nel nuovo millennio?